Stomia e sessualità: è ora di cambiare posizione
Intervista ad Antonio Crafa, stomaterapista e Responsabile della formazione clinica di Convatec
Sono Antonio Crafa, ho esercitato la professione di stomaterapista per 10 anni all’Ospedale Fatebenefratelli Sacro Cuore di Gesù di Benevento; professione che ho lasciato nel 2022, quando ho scelto di diventare Responsabile della formazione clinica di Convatec.
Parlare di sessualità e stomia, ancora oggi, non è semplice. Sono tanti i tabù da sfatare e penso che gli infermieri esperti in stomaterapia abbiano un ruolo fondamentale in questa direzione. La difficoltà nell’affrontare l’argomento è dovuta sia alla delicatezza dello stesso che al non sentirsi pronti a parlarne: e questo è vero sia per noi professionisti sanitari che per i pazienti.
Nella mia esperienza, quando le persone stomizzate decidevano di affrontare l’argomento, lo facevano solo nel caso in cui avessero riscontrato difficoltà e, comunque, non se ne parlava mai apertamente, quasi fosse qualcosa di cui vergognarsi. In qualità di stomaterapista ho sempre cercato di normalizzare la sessualità come parte fondamentale della vita di coppia e della propria quotidianità.
Ho sempre cercato di rassicurare le persone, invitandole a parlarne con il/la partner e suggerendo dei piccoli espedienti, quali:
· indossare un dispositivo che li aiutasse a sentirsi sicuri e a proprio agio;
· “distogliere” l’attenzione dalla sacca, utilizzando biancheria intima sexy;
· aumentare la discrezione del dispositivo in caso di effluenti liquidi, adoperando delle bustine gelificanti per evitarne lo sciabordio nella sacca e contrastare gli odori;
· svuotare o cambiare la sacca prima del rapporto;
· prestare attenzione all’alimentazione, evitando di assumere alimenti che possono favorire la formazione di gas e odori prima di un appuntamento galante.
Ovviamente, è importante anche confrontarsi con professionisti esperti, quali ginecologi, andrologi, sessuologi, terapisti, etc.: quest’ultimo suggerimento è d’obbligo laddove fossero presenti disfunzioni sessuali.
Qual è l’impegno di Convatec per sfatare i tabù su stomia e sessualità?
Sicuramente impegnarsi nella formazione di professionisti e professioniste della salute. Si tratta di uno degli enunciati dei 10+1 ACTION POINT a sostegno della persona con stomia che Convatec ha presentato ufficialmente il 7 maggio del 2024 in un evento istituzionale a Roma, ribadito e approfondito con un secondo evento il 14 maggio 2025, sempre nella Capitale. Il nostro intento e quello di promuovere programmi formativi e di aggiornamento specifici per i professionisti della salute coinvolti nella gestione delle persone con stomia. Quest’anno abbiamo realizzato una serie di webinar formativi sulla sessualità, dal titolo, appunto: “Stomia e sessualità: è ora di cambiare posizione!” tenuti da professionisti del settore, che hanno visto la partecipazione di oltre 1000 operatori sanitari.
Stiamo mettendo in evidenza anche come praticare regolarmente attività fisica contribuisca a riprendere una vita sessuale appagante. Rinforzare la parete addominale, infatti, facilita i movimenti della vita quotidiana (di cui, non scordiamoci, la sessualità fa parte) e aiuta a ridurre il rischio di sviluppare complicanze. Per questo abbiamo realizzato il programma me+ recovery, che illustra quali siano gli esercizi più indicati nella riabilitazione del paziente stomizzato. In Italia abbiamo certificato oltre 160 operatori sanitari all’insegnamento del programma e li supportiamo nella realizzazione di eventi con i loro pazienti, affinché sempre più persone stomizzate siano preparate a gestire la stomia
La formazione e la promozione del paziente preparato è un altro dei nostri 10+1 ACTION POINT. Ci impegniamo per formare pazienti preparati e promuoverne la presenza nelle strutture sanitarie a supporto dei nuovi pazienti stomizzati, facilitando l’accettazione della nuova condizione e favorendone l’empowerment. Sul tema della sessualità, pertanto, abbiamo realizzato un evento online dedicato alle persone stomizzate che invitiamo a non vergognarsi, anzi: le spingiamo a condividere la propria esperienza, per abbattere lo stigma legato alla loro condizione.
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